Testimonianza e disturbo da stress post-traumatico: la prospettiva neurosociologica

Vai ai contenuti

Testimonianza e disturbo da stress post-traumatico: la prospettiva neurosociologica

Università Popolare UNISED | Criminologia, Scienze forensi, Neuroscienze e Security
Pubblicato da Domenico Piccininno in Neuroscienze Sociali e Comportamento · Giovedì 20 Set 2018

Nel corso del tempo alcuni studiosi hanno orientato le ricerche in ordine alla comprensione neurobiologica della memoria emotiva e dei meccanismi neurali che ne regolano il funzionamento.
Gli studi hanno rilevato inizialmente che la memoria emotiva è regolata da un sistema modulante endogeno, dato da ormoni dello stress e dal sistema complesso dell’amigdaloide[1].
Si è detto, invero, che lo stress emotivo è funzionale a generare ricordi “intrusivi” che caratterizzano il disturbo da stress post-traumatico[2].
È indubbia la rilevanza neurosociologica e forense dello studio tout court considerato in esame. Perciò, un focus di attenzione che ha per oggetto il funzionamento dei processi mnestici[3] è diretto ad una miglior comprensione dei sistemi regolatori del ricordo.
Il tema in oggetto, quindi, è determinante per finalità terapeutiche e per creare o integrare un modello di prevenzione utile al fine di gestire i ricordi traumatici che possono inficiare il racconto di un narratore in contesti in cui la ricerca della verità è necessaria per tutelare interessi di rilievo costituzionale.
Le ricerche suesposte sono state confermate da studi recenti di settore[4] che hanno dimostrato l’importanza dalla noradrenalina, ovvero un particolare neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale e ormone dello stress rilasciato dal nucleo del cervello locus coeruleus, in ordine al processo di consolidamento e miglioramento della memoria emotiva.
In breve, la noradrenalina, come è noto, è coinvolta nei processi di attenzione, di reazione e decisione; per questo motivo l’ormone in esame è stimolato da sostanze psicostimolanti per i pazienti affetti dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività. È coinvolto, quindi, in molti processi neurologici, anche diversi dalla concentrazione e dall’attenzione, come ad esempio la creazione della memoria, e nella percezione sensoriale. Perciò la noradrenalina è liberata a seguito di modificazioni fisiologiche determinate dal verificarsi di un evento emotivo che viene registrato dalla memoria emotiva.
La sede anatomica della memoria emotiva è l’amigdala, che è stimolata da impulsi interni ed esterni al nostro organismo e “colora” le tracce mnestiche interpretandole secondo il linguaggio soggettivo proprio delle emozioni. L’amigdala è una struttura importante in merito alla funzione mnestica della codifica del materiale emotivo[5], come hanno rilevato studi precedenti. Pertanto, ogni dato che proviene dalla realtà fenomenica funzionale a produrre una risposta emotiva inconsciamente viene trasmesso nella memoria emotiva, ovvero nell’amigdala che registra i dati sensoriali attraverso le connessioni con il talamo, l’ipotalamo e l’ippocampo.
Ciò posto, lo studio in esame ha avuto il pregio di fornire nuovi spunti di riflessione sul ruolo del neurotrasmettitore noradrenalina sulla formazione della memoria implicita e, soprattutto, come rilevano i ricercatori, sullo “sviamento” dei processi mnestici nei pazienti affetti dal PTSD, ovvero dal disturbo post traumatico. Invero, al crescere dei livelli di noradrenalina cresce la prestazione della registrazione delle informazioni emotive da parte dell’amigdala che, attraverso studi di imaging, si è constatato avere una maggiore attivazione dipendente proprio da noradrenergici in soggetti sani con stimoli emotivi. Si è confermata, inoltre, l’interazione del cortisolo, quale ormone dello stress, nei processi della memoria emotiva di codifica, consolidamento e recupero delle informazioni. Altri studi, infatti, hanno rilevato non solo che la proiezione di immagini emotive produce un aumento dell’attivazione dell’amigdala rispetto alle immagini “neutre”, ma soprattutto che l’effetto in esame è stato migliorato in soggetti con un livello di cortisolo molto alto[6].
L’eccitazione emotiva che, come si è detto, può essere provocata da un evento esterno o interno al nostro organismo, può determinare, secondo altri studi, un accrescimento della memoria a lungo termine in ordine al nucleo centrale dell’informazione appresa attraverso l’attivazione dell’amigdala dell’emisfero destro per gli uomini. Nelle donne, invece, migliora la memoria a lungo termine per i “dettagli” periferici dell’informazione mediante l’attivazione dell’amigdala dell’emisfero sinistro. Esiste, quindi, una lateralizzazione connessa al genere della funzione dell’amigdala in ordine ai processi mnestici per eventi emotivi. Una vera e propria specializzazione emisferica nella preparazione degli aspetti globali o di dettagli di un’informazione in base al genere.[7]
Ci sono pertanto influenze connesse al sesso in ordine alla neurobiologia della memoria ancestrale, come ricorda un recente rapporto della National Academy of Sciences. Il sesso, quindi, è un’importane “variabile umana da considerare in tutte le aree biomediche…” sostiene la National Academy of Sciences e ulteriori studi al riguardo[8].
Ebbene, le conclusioni appena rassegnate sull’importanza scientifica sia della noradrenalina in ordine al miglioramento dei dati mnestici immagazzinati nella memoria emotiva, sia del ruolo decisivo di influenza della caratterizzazione sessuale sui meccanismi neurali di memoria emotiva, non possono che rappresentare strumenti utili di riflessione per orientare gli studi della psicologia della testimonianza.

[1] Prove scientifiche rilevanti hanno evidenziato la connessione che sussiste tra gli effetti amplificatori dell’eccitazione emotiva e la formazione della memoria a lungo termine determinato dalla modulazione della “memoria endogena costituito, come minimo, dal sistema adrenergico e dall'amigdala” in “Una prospettiva neurobiologica sulla memoria a lungo termine emotivamente influenzata”, Semin Clin Neuropsychiatry. 1999 Oct; 4 (4): 266-73, Cahill L 1. Dipartimento di Psicobiologia, Università della California, Irvine, CA 92697-3800, USA.
[2] Ann NY Acad Sci. 21 giugno 1997; 821: 238-46, “La neurobiologia della memoria emotivamente influenzata”. Implicazioni per la comprensione della memoria traumatica”, Cahill L 1.
[3] In particolar modo in una species di memoria, come quella legata alle emozioni.
[4] cfr Acta Psychol (Amst). 2008 Mar; 127 (3): 532-41. Epub 2007 19 dicembre, “Il ruolo del sistema noradrenergico nella memoria emotiva”, van Stegeren AH 1.
[5] cfr Neuroimage. 2005 febbraio; 24 (3): 898-909, “La noradrenalina media l'attivazione dell'amigdala negli uomini e nelle donne durante la codifica del materiale emotivo”, van Stegeren AH 1, Goekoop R, Everaerd W, Scheltens P, Barkhof F, Kuijer JP, Rombouts SA.
[6] cfr. Neurobiol Learn Mem. 2007 Jan;87(1):57-66. Epub 2006 Aug 1. “Endogenous cortisol level interacts with noradrenergic activation in the human amygdala”. van Stegeren AH1, Wolf OT, Everaerd W, Scheltens P, Barkhof F, Rombouts SA.
[7] Neurobiol Learn Mem. 2003 Jan; 79 (1): 81-8. “Compromissione della memoria legata al sesso per eventi emotivi con blocco beta-adrenergico”. Cahill L 1, van Stegeren A, Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento, Centro per la Neurobiologia dell'apprendimento e della memoria, Università della California, Irvine, CA 92697-3800, USA.
[8] Ann NY Acad Sci. 2003 aprile; 985: 163-73: “Influenze correlate al sesso sulla neurobiologia della memoria emotivamente influenzata”, Cahill L 1, Centro per la Neurobiologia dell'apprendimento e della memoria, Università della California, Irvine, Irvine, California 92697-3800, USA. lfcahill@uci.edu

Dott. Domenico Piccininno
Riproduzione riservata


Non sono presenti ancora recensioni.
0
0
0
0
0
Inserisci la tua valutazione:
Torna ai contenuti